Esistono due possibili atteggiamenti nei confronti della crisi: subirla passivamente o cercare attivamente metodi e canali alternativi di sviluppo. La svolta evolutiva per il nostro Paese, ancora in deficit di modernità, potrebbe essere realisticamente determinata dall’economia dell’innovazione digitale che coinvolge trasversalmente ogni settore dal pubblico al privato, e interessa tanto i singoli cittadini quanto le imprese. L’accesso alle Reti (telecomunicazioni, banda larga e ultralarga), l’impiego nuove tecnologie e l’utilizzo dei nuovi media trasformano il modo di fare impresa, di differenziarsi, di essere competitivi, di fare pubblica amministrazione. L’innovazione digitale cambia gli stili di vita e di consumo, i comportamenti, i luoghi e i modi della socialità, attiva la circolazione della conoscenza e apre opportunità nuove per tutti; come nuovi sono i problemi che pone – i costi del cosiddetto “digital divided”– che vanno compresi e affrontati per sfruttare appieno i vantaggi di quella che è destinata a diventare una rivoluzione economica e culturale. In attesa che i governi sovranazionali definiscano termini e misure per la concorrenza e le liberalizzazioni sui mercati, è importante riflettere su quanto riporta un articolo de Il Sole24ore il quale, citando un rapporto dell’Ocse (organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), rende noto che «se le imprese aumentassero solo dell’1% il loro fatturato attraverso le vendite online, l’export italiano crescerebbe dell’8%.» Considerata la quantità di piccole e medie imprese con produzioni di eccellenza, ma limitate nella crescita a causa della mancanza di capitali, l’e-commerce rappresenta la possibilità di raggiungere i Consumatori di tutto il mondo con investimenti minimi. Purtroppo, a causa delle miopi politiche di sviluppo concentrate sulle (poche) grandi imprese, questo formidabile driver di crescita economica, rappresentato dal commercio elettronico, non è stato compreso e tantomeno incentivato. Non rimane che augurarsi un’inversione di tendenza da parte della politica e una maggiore informazione sulle opportunità di crescita offerte dal mondo del Web.

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Rapporto OCSE: Italia ricca se sviluppa l’E-commerce