L’Italia è in recessione da troppo tempo e le Imprese, il motore del nostro PIL, sono avvitate in una spirale di arretramento economico che va ben oltre le difficoltà congiunturali.
Il lecito sospetto è che il problema non dipenda solo da produttività, pressione fiscale, accesso al credito, costo del lavoro, dell’energia e via dicendo. Se così fosse, allora sarebbe sufficiente una sana cura a base di sobrietà, buone pratiche amministrative, lotta alle corruttele e attenzione agli investimenti fasulli per generare l’agognato flesso verso la ripresa.
La nostra tesi è un’altra, e cioè che ”i soliti problemi noti”, quelli sgranati come un rosario da pseudo esperti ad ogni occasione di esposizione mediatica, siano in realtà le aggravanti di una causa che ha origini “genetiche”. La più autorevole conferma della nostra tesi è l’elevato tasso di mortalità delle imprese in rapporto alla classe dimesionale di appartenenza. In altre parole, a molte aziende manca quel “Gene” necessario per affrontare i mercati quando si rompono gli equilibri, quando gli scenari evolvono troppo rapidamente rispetto alla capacità di leggere, comprendere e governare il cambiamento. Il Gene mancante, a nostro avviso, è quello stesso gene che codifica la Pianificazione di Marketing nelle dinamiche commerciali, struttura il Controllo di Gestione per controllare il ciclo economico: in pratica, detta le regole della partita dove si gioca la sopravvivenza e il futuro dell’impresa.
E il Miracolo Italiano allora? Come si spiega la dinamica che da “ladri di biciclette” ha permesso all’Italia di scalare la classifica dei Paesi più ricchi del mondo? La spiegazione è semplice e non confligge con la nostra tesi: in quel periodo storico, oltre alle diverse politiche economiche e fiscali (che oggi stiamo pagando a caro prezzo), il rapporto tra Domanda e Offerta sui mercati era molto diverso. Si deve poi considerare la specificità delle nostre produzioni, che consiste di attributi in molti casi non riproducibili altrove: attributi che hanno nella territorialità il principale punto di forza e di debolezza.
Per comprendere a fondo la singolarità del prodotto italiano è sufficiente considerare le produzioni agroalimentari, enogastronomiche, il patrimonio architettonico, archeologico e storico dei nostri siti di turismo culturale. Tanta ricchezza e molteplicità di eccellenze hanno con la storia del territorio, e con la cultura, un legame tanto forte da generare prodotti unici nel loro genere, ma al prezzo di un sistema produttivo frammentato in una costellazione di micro e piccole aziende. Proprio quella dimensione di aziende che del “nostro Gene” avrebbero un gran bisogno.
Il Gene mancante, per quanto piccola sia la dimensione dell’impresa, è quello che prima della crescita delle gambe, prima ancora delle mani e delle braccia che serviranno per produrre, codifica quelle competenze che animano gli emisferi cerebrali dell’impresa: la Pianificazione di Marketing e il Controllo di Gestione.
Oggi, in un contesto di mercati globalizzati e fortemente competitivi, non è consigliabile fare impresa con quel marketing fai da te discusso al bar o durante i pasti col proprio braccio destro. Intuito e voglia di lavorare non sono più sufficienti: perché sono cambiati i consumi, la distribuzione, le tendenze dei Consumatori e siamo invasi da prodotti e servizi a basso costo. Se poi valutiamo l’evoluzione della Comunicazione, da Carosello a Internet, non riteniamo possibile comparare gli anni del boom economico con la situazione attuale, perché le differenze sono tante e tali da classificarli come due mondi diversi.
Spinti dalla passione, più spesso dalla necessità, nuovi imprenditori si affacciano al mercato; nuove aziende nascono ogni giorno, anche se troppe muoiono poco dopo la nascita per un’insufficiente progettazione del business.
È uno scenario che deve cambiare a cominciare dalle imprese esistenti, quelle che stentano a tenere il passo con l’evoluzione dei mercati perché non dotate di un’efficiente pianificazione: esiste infatti un rapporto di proporzionalità diretta tra la penetrazione del Marketing nelle prassi aziendali e le probabilità di crescita di un’impresa.
Se non vogliamo ritornare a “rubare biciclette” per sopravvivere, occorre una tempestiva ed efficace “terapia genica”, capace d’installare il gene della Pianificazione nelle aziende malate che arrancano e nelle nuove matricole. Considerata la singolarità del nostro sistema produttivo, l’innovazione dovrà partire dal basso, da quelle aziende di piccole dimensioni il cui stretto contatto col territorio costituisce il valore aggiunto delle eccellenze produttive che il mondo c’invidia.
Di positivo, in questa breve analisi, c’è che il cambiamento necessario è di tipo culturale, quindi davvero alla portata di tutti coloro che non vogliono rassegnarsi al declino.
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Grazie a Internet, che rende più semplice ed economico l’accesso alla condivisione delle informazioni, la Pianificazione aziendale è divenuta una metodica sostenibile economicamente e concettualmente anche per le aziende di piccole e medie dimensioni.
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